Antonio Giaquinto: la mia vita è uno “sliding doors”, da In Cibum a Milano con il Krèsios nel cuore

Allievo In Cibum, stagista, commis, capo partita e adesso è il riferimento di cucina subito dopo lo chef e il secondo. È questa la sequenza lungo la quale si muove l’ingresso nel mondo del food di Antonio Giaquinto, 22 anni di Soccavo in provincia di Napoli.

La sua è una storia “sliding doors”, fatta di coincidenze e d’incontri come quello con la Scuola di Alta Formazione di Pontecagnano. Subito dopo il diploma all’istituto alberghiero, Antonio aveva deciso di iscriversi all’Università: il voto finale a tre cifre (100) gli consentiva di risparmiare le prime rate oltre a rafforzare in lui la consapevolezza che quella era la strada da percorrere.

Dal contest di In Cibum al ristorante due stelle Michelin “Krèsios”

Ero ad una fiera e mi sono imbattuto nello stand di In Cibum, lì mi proposero di partecipare ad un contest. In palio c’era una borsa di studio per accedere alla scuola. Decisi di provare. Preparai un raviolo al coniglio con salsa di parmigiano e zucca arrostita. In commissione c’erano i tre chef (Marco Cefalo, Giuseppe Iannotti e Cristian Torsiello) che poi, neanche ad immaginarlo lontanamente, avrei ritrovato al mio fianco, in ruoli differenti.  I loro primi “sì”, in quell’occasione, mi hanno fatto vincere la borsa di studio e ridefinire le priorità. Uscendo dall’alberghiero avevo voglia di imparare nuove cose, così come di avere delle conferme. Ad In Cibum ho trovato ciò che cercavo.

Dunque, la Scuola per te è stata…

Un trampolino. Un’opportunità.  Mi ha permesso di entrare in quel mondo che potevo solo immaginare.

Oggi sei al Krèsios di Giuseppe Iannotti, due stelle Michelin. “Merita la deviazione” c’è scritto nel cappello del portale della guida. Anche per te è stata una deviazione?

Una delle più importanti e che rifarei altre mille volte. Da Iannotti c’è ricerca e ho avuto la fortuna di girare diverse partite; questo mi ha consentito di imparare tanto e di essere pronto a gestire. Quando è arrivata la seconda stella posso dire “io c’ero“, per me ha un significato incredibile in termini di esperienza umana e professionale. Oggi sono pronto ad una nuova deviazione.

Cioè?

Dopo un anno dalla scuola avevo il rimorso di non aver proseguito gli studi, allora mi sono iscritto al corso di laurea in “Scienze Gastronomiche Mediterranee” a Portici, ho superato il test di accesso – perché è a numero chiuso – e sono iniziate le capriole tra il lavoro e lo studio. Mi mancano tre esami alla laurea e se oggi posso raccontare questo risultato lo devo a chef Iannotti e ai colleghi che mi hanno sostenuto.

Come hai fatto a conciliare le due cose?

Non è stato semplice. Soprattutto quando lavori tutto il giorno e vivi con i tuoi colleghi. La sera mi mettevo in auto, la mia Polo, e lì ho trascorso le nottate sui libri. Avevo un obiettivo e la consapevolezza che per raggiungerlo dovevo fare dei sacrifici.

Milano nel prossimo futuro

Oggi ti senti pronto a…?

Ad andare a Milano.

Stai scherzando?

No. A settembre si cambia. Ed anche in questa mia scelta non sono stato solo. Al mio fianco ho ancora una volta chef Iannotti.

Chi è oggi Antonio?

Bella domanda. Un ragazzo che è entrato in questo mondo con tanta umiltà e che continua ad esserlo. Avevo 14 anni quando ho fatto la mia prima esperienza in cucina, ero lavapiatti. Lo chef di allora vedeva che volevo imparare e così ogni tanto mi concedeva di impiattare. Nella mia vita ho sempre lavorato. È il momento di guardare avanti anche un pizzico di ambizione, tenendo ben a mente che i sacrifici non mancheranno.

Pensi mai ad un domani tutto tuo?

Sì. Ma domani ha bisogno ancora di oggi.

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